Musiche di Sergej Prokof’ev
Direttore Keren Kagarlitsky
Scene Carlo Cerri
Coreografia Davide Bombana
Costumi Santi Rinciari
Corpo di ballo del Teatro Massimo di Palermo
Orchestra del Teatro Massimo Bellini
Il Corpo di ballo del Teatro Massimo di Palermo, diretto da un protagonista della danza internazionale del calibro di Davide Bombana, è approdato (dal 20 al 25 marzo) sul palcoscenico del Teatro Bellini con un titolo amatissimo, “Romeo e Giulietta”, proposto nella pluripremiata e innovativa coreografia elaborata dallo stesso Bombana sulla celeberrima partitura di di Sergej Prokof’ev. Buon successo di Pubblico per i primi tre giorni ( finoggi)
L’Orchestra dell’ente lirico etneo è guidata dalla direttrice Keren Kagarlitsky, nome di spicco del panorama musicale. Assistente alla coreografia è Roberto Zamorano, i costumi sono di Santi Rinciari, le luci di Carlo Cerri. Prosegue così il recupero della Stagione di opere e balletti 2020 che il Bellini sta riprogrammando dopo la lunga interruzione dovuta all’emergenza sanitaria.
La coreografia prende spunto da questa tragedia contemporanea per far emergere lo smarrimento e l’impotenza verso l’incapacità degli esseri umani di superare l’intolleranza nei confronti della diversità. La riscrittura drammaturgica caratterizza le due etnie attraverso movimenti coreografici contrapposti. Quelli dei Montecchi più nervosi e aggressivi, mentre quelli dei Capuleti sono più morbidi e più vicini alla danza contemporanea.
“Romeo e Giulietta è il balletto che ho danzato con più frequenza nella mia carriera di ballerino – afferma Davide Bombana – avendo interpretando i ruoli di Romeo e Mercuzio innumerevoli volte e in diverse versioni coreografiche. Il capolavoro di Prokof’ev mi sta a cuore forse più di ogni altro balletto, perché penso che la vicenda sia ancora di grande attualità: il settarismo, gli odi atavici, gli scontri tra etnie diverse sono purtroppo all’ordine del giorno. Corsi e ricorsi ci fanno riflettere su quanto siano spaventose, ancora oggi, le discriminazioni per le minoranze, e non solo quelle religiose. Intolleranza che prende di volta in volta la forma di faide familiari, lotte sociali o addirittura conflitti etnici che nella loro follia travolgono ogni sentimento di umanità.”