Randazzo, 754 metri sul livello del mare, 11.000 abitanti circa, ridente cittadina sul versante settentrionale dell’Etna, che domina la Valle dell’Alcantara verso cui scivola in modo graduale; la cittadina si trova al crocevia di tre importanti province: Catania, Messina ed Enna, collocata strategicamente al centro di quello che un tempo era la Val Demone. Di origine Medievale, giace però su un territorio in cui si sono incontrate le più disparate civiltà tra cui Greci,ebrei, arabi, normanni e altri e tutti hanno lasciato tracce di alto valore documentario ed artistico .
Le origini del suo nome sono tuttora un mistero legato alla sua fondazione.Con le sue bellezze paesaggistiche naturali e col fascino delle sue antiche opere d’arte, chiese, vecchi palazzi, musei che ospitano resti archeologici e scientifici di grande valore, strade , stradine, vicoli in pietra lavica, è una storica cittadina, in un comprensorio di tre aree protette: il Parco Regionale dell’Etna, quello dei Nebrodi ed il Parco Fluviale dell’Alcantara.
C’è un Museo, ospitato nella fortezza del Castello “Carcere” che contiene reperti ritrovati in contrada S. Anastasia a Randazzo dall’archeologo randazzese Paolo Vagliasindi dei Baroni del Castello, mecenate,e appunto sui cui terreni a Randazzo e contrade viciniori, furono fatti degli scavi, a opera del Soprintendente Unico per la Sicilia nel 1889 , il palermitano Antonio Salinas che,vista l’importanza dei ritrovamenti, porto’ meta’ di questi al Museo di Palermo e meta’ li affido’ allo stesso proprietario, appunto il Barone Vagliasindi , che la mise a disposizione del pubblico e degli studiosi, e da cui prende il nome il Museo ,suddiviso in 5 sale:nella sala centrale Oinochoe oltre ai pezzi più pregiati della collezione sono esposti oggetti in bronzo e la raccolta numismatica di Paolo Vagliasindi;la sala Jonica ospita i pezzi più antichi con reperti di età ionica e corinzia;nella sala della Ceramica Nera sono esposti esemplari di età attica ricoperti da vernice nera;la sala Attica espone ceramiche di manifattura attica del V secolo a.C.;nella sala Ellenistica sono esposte ceramiche di epoca ellenistica del IV secolo a.C.
La città è collegata alla Strada Statale 120, “dell’Etna e delle Madonie”, che prosegue in direzione di Nicosia e poi verso Termini Imerese e Palermo, dopo aver lambito il centro antico di Randazzo. Dalla stessa città, hanno poi origine la Strada Statale 116 – che attraversa diversi paesi del Messinese, per poi raggiungere Capo d’Orlando, sul Mar Tirreno –, e la Strada Statale 284, “Occidentale Etnea”, che porta a Catania facendo il giro dell’Etna, lungo l’asse nordovest-sud, lambendo le città di Maletto, Bronte, Adrano, Biancavilla, Santa Maria di Licodia, Paternò e Misterbianco.
Tante sono le cose da vedere fra cui il Palazzo Reale, numerose chiese , la piazza principale, angoli e scorci tra i piu’ suggestivi.
Merita un week end, per cui si puo’ anche pernottare in Hotel, ( Scrivano) o altri piu’ piccoli, e la cucina del luogo offre specialita’ eccezionali, (evitare chi è a dieta, perché sarebbe un peccato, perdere i funghi , o la gallina in brodo dell’Agora’, per non parlare dei primi piatti , tutti ottimi). Per quanto riguarda i vini, non c’è di che confondersi: tutta la zona è una enorme cantina, un santuario della produzione vinicola, nota nel mondo.
Non vi raccontiamo altro, dovete per forza andare.