COMUNICATO STAMPA
Con l’arrivo della primavera torna a fiorire anche la Fondazione Oelle, che inaugura la stagione con la quarta Colazione in Fondazione. Un appuntamento speciale, sponsorizzato dall’azienda siciliana Tomarchio che ha offerto agli ospiti brioscine e biscotti da accompagnare al caffè, che ha rappresentato la giornata conclusiva della MasterClass “Vulcano Etna A/R”, in cui nove studenti dell’Accademia di Belle Arti di Catania hanno affiancato il massimo esponente a livello mondiale di Art and Nature Alfio Bonanno in un’intensa settimana di lezioni e lavori manuali alle pendici dell’Etna. Questo grazie anche alle borse di studio messe a disposizione dalla Fondazione Oelle, dal comune di Milo e dal comune di Piedimonte.
«La MasterClass ha dato la possibilità di ragionare su una visione ecologica dell’arte che oggi sta a cuore anche alla politica internazionale e soprattutto di parlare di Etna in modo diverso», commenta Carmelo Nicosia, direttore della Fondazione Oelle. «Non un’Etna oleografica o da cartolina, ma un’Etna che entra nello spessore dei territori e che parla soprattutto di quello che a noi sta molto a cuore come Fondazione, il territorio come giacimento culturale». «Quella di Alfio Bonanno è una figura che ci ha colpito e che ci ha dato il la per diversi progetti – spiega la presidente della Fondazione Ornella Laneri – E se finora abbiamo raccontato Phil Stern attraverso le sue immagini e Gabriella Dorio con una camminata, ad Alfio Bonanno è stata affidata una MasterClass su arte e natura». L’artista siculo-danese, che ormai si considera cittadino del mondo, ha tenuto per una settimana lezioni aperte e performances all’interno del parco dell’Etna, immerso in tre giornate di nebbia che per Bonanno sono state una benedizione, perché ha aiutato gli studenti nel lavoro di introspezione.
«Alfio Bonanno è originario di Milo e da sindaco non potevo non sostenere questa iniziativa della Fondazione, adottando una delle corsiste – commenta il sindaco di Milo Alfio Cosentino – È stato molto emozionante e sono stati interessanti gli input che ha dato ai ragazzi, che hanno colto l’essenza della filosofia dell’artista dimostrando grande sensibilità per la natura e l’ambiente».
«Con l’amministrazione abbiamo colto questa opportunità perché reputiamo un’iniziativa di grande spessore avere un autore di fama mondiale nel nostro territorio e dare la possibilità a una giovane concittadina di confrontarsi con una persona che può dare tanto ai ragazzi», aggiunge Ignazio Puglisi, sindaco di Piedimonte Etneo.
«Non ci aspettavamo che questa esperienza avesse un impatto così grande su di noi – dice Martina Mavica, adottata dal comune di Milo – le porte della percezione si sono spalancate e siamo riusciti a creare una connessione non solo con la natura, ma anche tra di noi, stando insieme in un luogo che ci ha trasmesso un’energia diversa rispetto a quella a cui siamo abituati tutti i giorni». «È stata un’esperienza formativa perché abbiamo sperimentato un altro tipo di approccio rispetto a quello accademico – sottolinea Alessandra Castronuovo – approfondendo le connessioni che si creano con gli elementi della natura, le pietre, il muschio, le foglie, la terra».
«Lavorando principalmente con elementi plastici all’inizio mi sono trovato un po’ smarrito – dice Calogero Arcidiacono – e l’esperienza mi ha cambiato e ha cambiato il mio modo di lavorare, perché il maestro ci ha insegnato a giocare con l’arte, un aspetto che molti spesso dimenticano».
Anche per Giulia Barbuzza e Carlo Di Stefano è stata un’esperienza indimenticabile. «Il maestro ci ha trasmesso il suo approccio all’arte, osservando dapprima i piccoli dettagli e poi il contesto in cui sono inseriti», dice la prima. «Ci ha insegnato a lasciarci ispirare dalla natura e non viceversa, quando l’uomo plasma la materia».
«Elidere il linguaggio intellettuale moderno dell’elitarismo del messaggio di un’opera d’arte è stato il primo passo da fare per riuscire a stare sullo stesso piano di Alfio Bonanno – commenta Gabriele Catania – è stata un’esperienza interpretativa e istintiva dove abbiamo dovuto resettare le nostre vecchie impostazioni per approcciarci in modo nuovo alla natura».
L’aspetto più importante per Gabriella Caselli è stato «osservare il territorio, toccare con mano la materia e viverla quotidianamente», mentre per Giuseppe Longo «allontanarsi dalla città e dalla quotidianità per sperimentare l’arte dell’arrangiarsi». Simona Silvestro, unica fotografa tra gli scultori, è stata adottata dal comune di Piedimonte. «Per me è stata una doppia esperienza, perché non conoscevo nessuno e mi sono immersa in un ambiente totalmente nuovo. È stato interessante sia dal punto di vista fotografico che di confronto e di crescita personale, visto che mi sono messa in gioco creando una mia opera personale.