Fare in modo che la legge sulla lotta al caporalato non penalizzi gli imprenditori agricoli per infrazioni di lieve entità e punti a punire, anche pesantemente, solo chi sfrutta i lavoratori. Sono queste le richieste avanzate dai rappresentanti del coordinamento di Agrinsieme Catania (Cia, Confagricoltura, Confcooperative, Legacoop, Agci) e da alcuni imprenditori agricoli etnei al deputato nazionale del Partito Democratico Giuseppe Berretta, relatore alla Camera della legge sul caporalato in agricoltura.
“Questo nuovo provvedimento sulla lotta al caporalato vuole combattere un fenomeno che si è ripresentato nelle campagne e su cui l’ultima legge del Parlamento risale agli anni sessanta”, ha affermato Berretta in apertura d’incontro. “Ascoltare le ragioni degli imprenditori serve a migliorare il provvedimento in modo da rendere più facile fare impresa per chi rispetta le regole”, ha continuato il deputato catanese.
Gli imprenditori e i rappresentanti di categoria hanno chiesto chiarimenti sulle possibili sanzioni penali che colpirebbero le aziende agricole in caso di violazioni, anche non gravi, della legge anti caporalato.
“La legge in discussione prevede pesanti sanzioni penali per l’intermediario e per il datore di lavoro che sfrutti i lavoratori approfittando del loro stato di bisogno”, ha spiegato Berretta rassicurando rappresentanti di categoria e imprenditori.
Insomma, nelle maglie della giustizia penale dovrebbero finire solo quegli intermediari o imprenditori dediti allo sfruttamento selvaggio della manodopera e non chi venisse trovato in fallo sulla corretta messa in regola di uno o più operai o di mancato rispetto delle norme sulla sicurezza.
“Abbiamo voluto convocare questo incontro per avviare, a livello locale, un dialogo già aperto a livello nazionale tra Agrinsieme e Governo”, hanno affermato i membri del coordinamento di Agrisnieme Catania, Giuseppe Di Silvestro, Francesco Toscano, Salvatore Falletta e Luciano Ventura. “Siamo certi che l’onorevole Berretta, che ben conosce le problematiche del mondo dell’imprenditoria agricola catanese, saprà farsi interprete delle nostre richieste”.