Una domenica di autunno( senza pioggia ma con freddino) a Randazzo per una degustazione di vini all’azienda Al Cantara di proprieta’ del commercialista Pucci Giuffrida, prestato al settore della produzione vinicola per passione, e per il culto della poesia siciliana di Martoglio; infatti tutte le bottiglie recano almeno una frase poetica in siciliano su etichette di sfavillanti colori e ogni bottiglia della linea “cru” è intrinsecamente “letteraria”. Dalla felice intuizione che un buon vino è “poesia”, e per farlo ci vuole “arte” è nata la azienda: Al-Cantàra.
L’azienda prende il nome dal fiume che lambisce la Contrada Feudo Santa Anastasia a Randazzo (Ct), presso la quale si trovano i nostri terreni. Il Titolare ha voluto denominarla Al-Cantàra, non solo per sottolineare il legame con la terra siciliana, ma soprattutto perché “al-cantàra” in arabo significa “ponte”: e proprio come con un ponte, tradizionale simbolo di unione, l’azienda vuole collegare arte, vino e poesia. Il ponte, che collega un volto femminile con l’acqua fiumana, è peraltro diventato il logo.
Seppur giovanissima, è riuscita in poco tempo ad affermarsi sul mercato sia per il connubio, unico e prezioso nel suo genere, tra uva, versi e pastelli, sia per la qualità dei vini, che grazie all’esperienza trentennale ed alla sensibilità, unica nel settore del vino, del nostro territorio è stata riconosciuta con alcuni premi di portata nazionale e internazionale: fra questi il Vinitaly e la Douja D’or, Pramaggiore e la selezione del Sindaco, nonché Los Angeles.—
L’azienda prende il nome dal fiume che lambisce la Contrada Feudo Santa Anastasia a Randazzo (Ct), presso la quale si trovano i nostri terreni. Il Titolare ha voluto denominarla Al-Cantàra, non solo per sottolineare il legame con la terra siciliana, ma soprattutto perché “al-cantàra” in arabo significa “ponte”: e proprio come con un ponte, tradizionale simbolo di unione, l’azienda vuole collegare arte, vino e poesia. Il ponte, che collega un volto femminile con l’acqua fiumana, è peraltro diventato il logo.
Quindi ci stava bene un invito “open” a chi volesse assaggiare e quindi degustare alcuni tra i vini prodotti, visitare il piccolo museo pieno di cose curiose , botti, tappi, barriques e altro, e poi ascoltare anche la descrizione del processo di lavorazione dell’uva fino a che diventi buon vino, e infine ascoltare lo stesso dott Giuffrida per la descrizione e l’illustrazione del posto , molto suggestivo e la sua storia. Abbiamo stimato l’arrivo di 350 persone hanno aderito all’iniziativa.Fra questi abbiamo incontrato Sarah Zappulla Muscara’, Fulvia Caffo, Turi e Carmelita Bonaventura, Diomede Tortora, Pippo Giuffrida , Milena Privitera, Fabrizio e Chiara Laneri, Costantino e LorettaVinci, Maurizio Spina, Francesca Ferreri, Gabriella Pennisi, Nanni Zeno, Antonio e Mirella Pogliese, Mariagrazia Amore, Claudio e Marina Giuffrida, e tanti di quegli altri conoscenti con i quali ci scusiamo per non poter citarli tutti.