Nel primo giorno di festeggiamenti le autorità civili, religiose e militari sfilano in un corteo, con figuranti in costume storico, con la settecentesca carrozza del Senato,su cui prende posto il Sindaco della citta’, al seguito delle undici “candelore”, pesanti costruzioni in legno, intagliate e dorate, realizzate dalle antiche corporazioni dei mestieri e portate a spalla da uomini robusti per il tradizionale appuntamento dell’offerta della cera. La giornata prosegue con l’omaggio floreale dei vigili del fuoco che salgono fino a sfiorare il punto più alto della Cattedrale per deporre una composizione floreale al simulacro della celeste protettrice, invocata da secoli contro gli incendi e le eruzioni dell’Etna. Il primo dei tre giorni di festa si conclude a piazza Duomo con l’esecuzione di canti tradizionali in onore della patrona e con uno spettacolo di fuochi d’artificio,i famosi “ fuochi da sira ‘o tri” famosi altresi per intensità e bellezza cromatica e operati dal Mestro Alfredo Vaccalluzzo, ormai di fama internazionale.
I giorni più solenni sono il 4 e il 5, quando il busto, ad un tempo effigie della santa e reliquiario delle sue spoglie, ricoperto dei gioielli offerti nel corso dei secoli da devoti, viene portato in processione lungo le vie della città, trainato attraverso lunghe corde dacirca 3000″cittadini”, uomini che per voto indossano il sacco bianco, stretto in vita da un laccio, calzano un berretto di velluto nero, e si muovono a piccoli passi tra la folla al grido di “Cittadini, viva Sant’Agata”. Sono due giorni estenuanti, vissuti per fede o per tradizione come la più importante occasione in cui si vedono ( e si sentono) devozione si senza dubbio, ma resitenza lal fatica,visto il peso del fercolo, che si aggira sui 25 quintali, e anche a causa della lunghezza e della difficoltà deii due giri della citta’.Il primo momento emozionale è l’apertura del sacello, ricavato nello spessore di una parete della Cattedrale, nel quale il venerato busto è nascosto e custodito per tutto l’anno. La cerimonia si svolge prima ancora che spunti l’alba,appunto all’aurora, il giorno 4, quando nella Cattedrale già gremita l’attesa, alimentata da inni e suppliche, aumenta fino a diventare insopportabile per sfociare in un fragoroso applauso quando il volto velatamente sorridente della Santa emerge dalla cella e il busto viene issato sull’altare per la solenne messa dell’Aurora, prima di essere collocato sul fercolo d’argento, assieme allo scrigno con il tesoro, e consegnato alla città per due lunghi giorni di processione.